Parliamo di fumetti?

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kettyformaggio
view post Posted on 23/6/2007, 11:34




Cap, veramente non mi sono espressa bene: Il fumetto è in crisi come molti altri settori di lavoro in italia!
Ciò non significa che mollerò! è__é

Mario, non fa male Cap a dire la sua.
Cap, poi non ti arrabbiare se si fa polemica però! ^__^
A proposito del tavolo rotondo di addetti ai lavori a lucca, spero che possa portare qualche frutto. Ma dovete trovare un tavolo bello grosso, perchè di gente ce n'è tanta.
 
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Prof. Mystère
view post Posted on 23/6/2007, 12:32




Quindi più che crisi di fumetto, si potrebbe parlare di crisi organizzativa (e svilimento) della professione "fumettaro".
Questa è una cosa che ho notato anche io. Oggi molti autori, e fortunatamente non quelli di questo forum, tendono a portare sul web e rendere pubbliche le loro beghe personali legate alla professione con altre persone del settore.
Dieci anni fa noi lettori non sapevamo nulla del dietro le quinte. Oggi si, e la cosa un po' ci disgusta.

Che poi il disegnatore o lo scrittore di fumetti sia pagato poco, beh, mi sento di quotare Ketty che, giustamente, dice che lo stesso avviene nelle altre professioni. E io, che sto a 4 esami dalla laurea, posso confermarlo benissimo visto che ho lavorato spesso grautitamente e solo qualche volta sono stato retribuito. Il futuro è nero se non per tutti, per molti.

Ripeto, se di crisi si deve parlare, è una crisi di professionalità, non di mercato.
 
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Trail of tears
view post Posted on 23/6/2007, 12:51




CITAZIONE (Prof. Mystère @ 23/6/2007, 13:32)
Dieci anni fa noi lettori non sapevamo nulla del dietro le quinte. Oggi si, e la cosa un po' ci disgusta.

Dovresti parlare al singolare... ;)
 
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capitan ambù
view post Posted on 23/6/2007, 13:00




Hai espresso alla meglio il concetto che volevo dire io, facciamo che d'ora in poi scrivo a te e tu traduci...eh eh.
E' vero ho notato anche io che spesso si parla più di beghe personali che di soluzioni a certi problemi o semplicemente discussioni sull'argomento.
Infatti ho fatto un blog molto esplicativo in questo senso, lo capisco solo io come al solito eh eh.
Io non cerco polemiche ma discussioni costruttive e Mario lo sà bene, non siamo i tipi da polemica ne io ne lui, di sicuro abbiamo la stessa passione per il fumetto, la stessa di Andrea e di tutti quelli che prendono parola senza essere aggressivi o volgari.
Non mi sembra che Mario sia stato polemico ha detto la sua come sempre, e come al solito non le manda a dire eh eh ed è giusto così.
Comunque la tavola rotonda non sò a questo punto se si farà veramente, perchè a questa proposta, non mia tra l'altro, son stati formulati solo pareri negativi.
Non capisco perchè...mah!

PS Il tono è pacato, divertito e non ha nessuno scopo polemica eh eh
 
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Prof. Mystère
view post Posted on 23/6/2007, 13:16




CITAZIONE (Trail of tears @ 23/6/2007, 13:51)
CITAZIONE (Prof. Mystère @ 23/6/2007, 13:32)
Dieci anni fa noi lettori non sapevamo nulla del dietro le quinte. Oggi si, e la cosa un po' ci disgusta.

Dovresti parlare al singolare... ;)

Hai perfettamente ragione! Non volevo assolutamente esprimere il pensiero anche di altri. Era solo il mio espresso col pluralia tantum. :)
 
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ro-mario
view post Posted on 23/6/2007, 13:18




vabbè: se qualcuno c'ha voglia di leggere una discussione DAVVERO lunga, posto un link dal forum del negozio:

http://www.forumfree.net/?t=13514666

p.s.: nessuna polemica nemmeno da parte mia... col Capitano ci si conosce bene e non c'è proprio il rischio.
 
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Prof. Mystère
view post Posted on 23/6/2007, 13:18




CITAZIONE (capitan ambù @ 23/6/2007, 14:00)
Hai espresso alla meglio il concetto che volevo dire io, facciamo che d'ora in poi scrivo a te e tu traduci...eh eh.

Ottimo! Ho trovato un lavoro! Speriamo che paghi bene! :D


CITAZIONE
Comunque la tavola rotonda non sò a questo punto se si farà veramente, perchè a questa proposta, non mia tra l'altro, son stati formulati solo pareri negativi.
Non capisco perchè...mah!

Ma è possibile sapere chi ha avuto l'idea, chi è stato invitato e chi ha rifiutato?
 
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capitan ambù
view post Posted on 23/6/2007, 14:15




Se ne stà occupando una persona conosciuta in un forum e per ora stà sondando il terreno...per quanto riguarda il compenso per le traduzioni ci sarà una crisi anche in quel campo ahahahah

Comunque è vero che quando si discute di fumetto in internet diventa tutto una polemica, meno male che non si fà il g8 tramite internet ahahahhaha

Mario invece come procede la tua produzione fumettistica? Hai nuovi aggiornamenti, non sai come sono curioso del vostro lavoro come casa editrice.
Se puoi naturalmente anticipare, in caso contrario mi dici la famosa frase fatti..........tuoi eh eh
 
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ro-mario
view post Posted on 23/6/2007, 16:49




il volume su Jonathan Steele procede decisamente bene: ieri mi sono visto con Giancarlo Olivares che ci ha confermato che farà lui la copertina...
per Giada, invece, la situazione è in continua evoluzione.
ti farò sapere appena sapremo qualcosa di preciso anche noi.
la novità, invece, è che faremo (aspettiamo ancora la conferma definitiva) un albo dell'Insonne per Lucca.
stay tuned.........
 
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capitan ambù
view post Posted on 23/6/2007, 18:44




Se non riesco a collaborare con voi in una di queste iniziative non vi pago più come al solito quando vengo ospite a fumettopoli ahahaha.

Attendo poi tuoi consigli per nuovi fumetti che è il caso di leggere, devo ammettere che fino ad ora le hai azzeccate sempre.
E' stato Mario a consigliarmi Blankets, un fumetto che consiglio di leggere a tutti.
Magari se hai qualche consiglio Mario, fai anche una piccola presentazione, visto che ci sei.
 
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aromaticus
view post Posted on 24/6/2007, 06:20




Bella discussione ragazzi, credo pure costruttiva dopo la straordinaria puntualizzazione del Prof.
Dico la mia...
Il problema crisi attuale del fumetto (che ribadisco, non c'è in quanto tale) è un problema strettamente politico e morale, in Italia. Relativo e contingente. Legato alla crisi della CULTURA (le due cose sono strettamente correllate), E del MONDO DEL LAVORO (idem).
Come parlare di crisi tout-court in un momento in cui 3 film su quattro di Holywood vengono dal Comic? In un momento in cui le iniziative editoriali, negli States, in Francia etc. prosperano? Nell'era in cui son nate le fiere e le fumetterie (la cosa è dell'altro ieri!)... Nell'era in cui NOSTRI disegnatori e coloristi lavorano per tutto il mondo, America compresa, America in primis!
E' un po' come per l'altra editoria dunque, quella canonica...
Crisi, crisi crisi... Poi arriva Dan Brow e giù milioni di copie!
Poi (cioè, c'era già, ma ritorna...) arriva Harry Potter e non ti dico...
E così era già stato per la Tamaro e così Falletti e Camilleri... (e Smith, che non molla!)
A dire che, se i libri li scrivono persone geniali, con idee geniali, poi ci sono anche i LETTORI
Vale la stessa cosa nel fumetto...
Fine anni 70-primi 80: crisi, crisi crisi... (con bonelli che non azzecava un colpo, ripenso e rabbrividisco pensando a roba come Akim etc...) Poi di colpo arriva... DD! Idea geniale, scritta da un genio: e le copie tornano ad essere le centinaia di miliaia e l'effetto traiono su tutto il settore una bomba!
Witch: azzecca la botta e vai, idem come sopra!
Rat-man, idem etc etc...
Dice: la politica che centra? Centra perchè da noi a creato due mostri che stanno ammazzando la nostra cultura: l'assenza totale di meritocrazia di tipo statalista (su tutto), un eccessivo ruolo del marketing come fosse una religione, con un relativo grado zero di capacità imprenditoriale (che vuol dire, saper osare, rischiare... a ragion veduta) che porta allla castrazione e alla messa al bando di prodotti altrimenti validi che mai vedranno la luce. Non solo da parte degli editori, ma anche degli autori, che spesso, ammettiamolo, sono fancazzisti piangina incapaci loro in primis di prendersi i rischi del caso e mettersi in gioco facendosi il famoso MAZZO COSI'. Cioè, vorrebbero il successo all'americana lavorando alla rumena pre caduta del muro di Berlino: IL TUTTO CON LE GARANZIE DEL POSTO FISSO (e mamma che cucina, lava e stira)!
Risultato: prodotti quanto meno discutibili, fatti con noia e con routine, grado zero di novità, lettori potenziali annoiati e alla finestra in attesa di qualcosa capace ancora di emozionarli (per questo si comprano fumetti, per emozionarsi!).
Piccola scommessa: volete vedre che se un giorno esce il nuovo DD poi tornano frotte di lettori e "la crisi" non esiste più?
Saluti ( e scusate la prolissità)
 
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capitan ambù
view post Posted on 24/6/2007, 09:37




Splendido commento Andrea, anche se alla fine dici :
"Piccola scommessa: volete vedere che se un giorno esce il nuovo DD poi tornano frotte di lettori e "la crisi" non esiste più?"

"La crisi" la intendo come dici tu, ed è una crisi di coraggio, di saper fare bene il proprio mestiere, di entusiasmo e di meritocrazia come dici tu.
E' una crisi culturale che colpisce tutti, chi fà cultura e chi la fruisce, tant'è che politicamente si discute solo di poltrone ed economia in un mondo destinato all'autodistruzione.
Pienamente daccordo con te Andrea, perchè fondamentalmente non credo che la gente non voglia più comprare e leggere fumetti, ma è il sistema sociale che ha delle profonde falle, e la cultura ne stà soffrendo.
Un paese dove informazione e cultura sono assenti o stentano ad affermarsi è un paese destinato a fallire purtroppo.
La crisi di cui parlo io è italiana e penso che sia dovuta a ciò che dici tu, e l'assenza di meritocrazia ha un grosso ruolo.
Il fumetto è un media ed essendo un elemento di comunicazione di massa può nel suo piccolo aiutare la coscenza sociale.
La forza di Dylan Dog è stata proprio quella di utilizzare un argomento fantastico per parlare di disagi sociali con legerezza e semplicità.
Non dico che deve essere un impegno dovuto, ma secondo me un autore sensibile di solito parla di certe cose in automatico, chi non è rimasto colpito da una storia come "Johnny Freak"?
 
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Federico Memola
view post Posted on 24/6/2007, 10:10




CITAZIONE (aromaticus @ 24/6/2007, 07:20)
Bella discussione ragazzi, credo pure costruttiva dopo la straordinaria puntualizzazione del Prof.
Dico la mia...
Il problema crisi attuale del fumetto (che ribadisco, non c'è in quanto tale) è un problema strettamente politico e morale, in Italia. Relativo e contingente. Legato alla crisi della CULTURA (le due cose sono strettamente correllate), E del MONDO DEL LAVORO (idem).
Come parlare di crisi tout-court in un momento in cui 3 film su quattro di Holywood vengono dal Comic? In un momento in cui le iniziative editoriali, negli States, in Francia etc. prosperano? Nell'era in cui son nate le fiere e le fumetterie (la cosa è dell'altro ieri!)... Nell'era in cui NOSTRI disegnatori e coloristi lavorano per tutto il mondo, America compresa, America in primis!
E' un po' come per l'altra editoria dunque, quella canonica...
Crisi, crisi crisi... Poi arriva Dan Brow e giù milioni di copie!
Poi (cioè, c'era già, ma ritorna...) arriva Harry Potter e non ti dico...
E così era già stato per la Tamaro e così Falletti e Camilleri... (e Smith, che non molla!)
A dire che, se i libri li scrivono persone geniali, con idee geniali, poi ci sono anche i LETTORI
Vale la stessa cosa nel fumetto...
Fine anni 70-primi 80: crisi, crisi crisi... (con bonelli che non azzecava un colpo, ripenso e rabbrividisco pensando a roba come Akim etc...) Poi di colpo arriva... DD! Idea geniale, scritta da un genio: e le copie tornano ad essere le centinaia di miliaia e l'effetto traiono su tutto il settore una bomba!
Witch: azzecca la botta e vai, idem come sopra!
Rat-man, idem etc etc...
Dice: la politica che centra? Centra perchè da noi a creato due mostri che stanno ammazzando la nostra cultura: l'assenza totale di meritocrazia di tipo statalista (su tutto), un eccessivo ruolo del marketing come fosse una religione, con un relativo grado zero di capacità imprenditoriale (che vuol dire, saper osare, rischiare... a ragion veduta) che porta allla castrazione e alla messa al bando di prodotti altrimenti validi che mai vedranno la luce. Non solo da parte degli editori, ma anche degli autori, che spesso, ammettiamolo, sono fancazzisti piangina incapaci loro in primis di prendersi i rischi del caso e mettersi in gioco facendosi il famoso MAZZO COSI'. Cioè, vorrebbero il successo all'americana lavorando alla rumena pre caduta del muro di Berlino: IL TUTTO CON LE GARANZIE DEL POSTO FISSO (e mamma che cucina, lava e stira)!
Risultato: prodotti quanto meno discutibili, fatti con noia e con routine, grado zero di novità, lettori potenziali annoiati e alla finestra in attesa di qualcosa capace ancora di emozionarli (per questo si comprano fumetti, per emozionarsi!).
Piccola scommessa: volete vedre che se un giorno esce il nuovo DD poi tornano frotte di lettori e "la crisi" non esiste più?
Saluti ( e scusate la prolissità)

Scusa, Andrea, noi non ci conosciamo, malgrado si lavori per la medesima casa editrice (spero che rimedieremo, un giorno!), però mi permetto di di riportare qui un apio di considerazioni, essendo io uno di quelli che sostiene che le cose tanto bene non vanno...

Il fatto è che quando la più grossa e solida casa editrice di fumetti chiude cinque testate di fila, quando (quasi?) tutte le iniziative editoriali al di fuori del quintetto Bonelli-Disney-Astorina-S. Paolo-Rainbow si reggono grazie al fatto che gli autori sono pagati dal decente (vedi la Star) al tozzo di pane (non hai idea dei comoensi che ho sentito per serie Bonellidi, là fuori: si arriva fino ai 20 euro a tavola), quando le altre case editrici (quella che non vanno nelle edicole) offrono come compensi "percentuali sulle vendite" e stappano lo champagne se si vendono 1000 copie... Ma, soprattutto, quando c'è una migrazione di autori che vanno a lavorare all'estero, creando ricchezza per queipaesi e non per l'Italia... Beh, la situazione tanto bella non mi sembra. E specifico che anch'io credo che il prodotto "forte" gioverebbe al mercato, ma non il traino "alla Dylan Dog", perché da solo non basta, può creare un boom momentaneo destinato a sgonfiarsi senza un atteggiamento professionale e consapevole da parte delle altre case editrici (com'è accaduto, appunto, negli anni Novanta, quando il proliferare di epigoni di infima qualità ha rotto il giocattolo). Le ragioni alla base della crisi (che è anche crisi generale del paese, non solo dei fumetti, questo sia chiaro) sono poi più complesse e ramificate, ma mi limito a una piccola rettifica di due casi da te citati:

Il fenomeno Witch è stato un fenomeno che si è già parecchio sgonfiato (ma qui più per malagestione che per reale stanchezza del pubblico, tant'è che le Winx, in questo momento, le hanno soppiantate). Purtroppo la Disney non brilla per la sua gestione, e la cosa più preoccupante (per loro!) è che che in America sembrerebbero essersene accorti... Ma queste sono voci di corridoio, vedremo che cosa accadrà nei prossimi due anni.

Ratman, pur rimanendo una creazione geniale, è un fenomeno invece circoscritto, nel senso che il fumetto non ha mai raggiunto cifre che lo imponessero all'attenzione dei media. Attenzione, non fraintendiamo: è vero, è stata realizzata una serie a cartonimati che la RAI, molto approssimativamente, sta mettendo in onda (e che mi auguro aiuti a cambiare la situazione), ma -per intenderci- Ratman non è mai stato preso come testimonial per pubblicità o campagne di interesse pubblico, non ne hanno mai parlato riviste e giornali... Ovvero, sfugge all'attenzione della gente, di chi non è appassionato di fumetti. Anche chi non ha mai letto i loro albi sa chi siano Tex, Dylan Dog, Diabolik... Ma per conoscere Ratman bisogna essere appassionati di fumetti. Io lo spero, che il cartone animato abbia ancora una forza di traino e di penetrazione come una volta, certo se lo programmassero con maggiore regolarità o in orari più mirati...

Quanto ho scritto non è per contestare la tua opinione, ma solo per riportare alcuni fatti e ribadire un concetto che a volte, la falsa percezione della realtà creata da Internet, fa passare un po' inosservato: possiamo discutere della sua entità, ma una crisi esiste, la situazione non è buona (anche se, a mio giudizio, è però già migliorata rispetto a due o tre anni fa). E ciò non va sottolineato solo per poterci disperare tutti, ma perché se non ci convinciamo che occorre rimboccarsi le maniche, nessuno lo farà e andremo avanti così (non concludo la frase morettianamente, ma potete farlo voi!). Almeno, questo è il mio punto di vista, basato anche su esperienze personali.
A proposito di essere prolissi, poi... Lasciamo perdere!

Ciao,

Federico
 
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basettoni666
view post Posted on 24/6/2007, 12:16




CITAZIONE (Federico Memola @ 24/6/2007, 11:10)
CITAZIONE (aromaticus @ 24/6/2007, 07:20)
Bella discussione ragazzi, credo pure costruttiva dopo la straordinaria puntualizzazione del Prof.
Dico la mia...
Il problema crisi attuale del fumetto (che ribadisco, non c'è in quanto tale) è un problema strettamente politico e morale, in Italia. Relativo e contingente. Legato alla crisi della CULTURA (le due cose sono strettamente correllate), E del MONDO DEL LAVORO (idem).
Come parlare di crisi tout-court in un momento in cui 3 film su quattro di Holywood vengono dal Comic? In un momento in cui le iniziative editoriali, negli States, in Francia etc. prosperano? Nell'era in cui son nate le fiere e le fumetterie (la cosa è dell'altro ieri!)... Nell'era in cui NOSTRI disegnatori e coloristi lavorano per tutto il mondo, America compresa, America in primis!
E' un po' come per l'altra editoria dunque, quella canonica...
Crisi, crisi crisi... Poi arriva Dan Brow e giù milioni di copie!
Poi (cioè, c'era già, ma ritorna...) arriva Harry Potter e non ti dico...
E così era già stato per la Tamaro e così Falletti e Camilleri... (e Smith, che non molla!)
A dire che, se i libri li scrivono persone geniali, con idee geniali, poi ci sono anche i LETTORI
Vale la stessa cosa nel fumetto...
Fine anni 70-primi 80: crisi, crisi crisi... (con bonelli che non azzecava un colpo, ripenso e rabbrividisco pensando a roba come Akim etc...) Poi di colpo arriva... DD! Idea geniale, scritta da un genio: e le copie tornano ad essere le centinaia di miliaia e l'effetto traiono su tutto il settore una bomba!
Witch: azzecca la botta e vai, idem come sopra!
Rat-man, idem etc etc...
Dice: la politica che centra? Centra perchè da noi a creato due mostri che stanno ammazzando la nostra cultura: l'assenza totale di meritocrazia di tipo statalista (su tutto), un eccessivo ruolo del marketing come fosse una religione, con un relativo grado zero di capacità imprenditoriale (che vuol dire, saper osare, rischiare... a ragion veduta) che porta allla castrazione e alla messa al bando di prodotti altrimenti validi che mai vedranno la luce. Non solo da parte degli editori, ma anche degli autori, che spesso, ammettiamolo, sono fancazzisti piangina incapaci loro in primis di prendersi i rischi del caso e mettersi in gioco facendosi il famoso MAZZO COSI'. Cioè, vorrebbero il successo all'americana lavorando alla rumena pre caduta del muro di Berlino: IL TUTTO CON LE GARANZIE DEL POSTO FISSO (e mamma che cucina, lava e stira)!
Risultato: prodotti quanto meno discutibili, fatti con noia e con routine, grado zero di novità, lettori potenziali annoiati e alla finestra in attesa di qualcosa capace ancora di emozionarli (per questo si comprano fumetti, per emozionarsi!).
Piccola scommessa: volete vedre che se un giorno esce il nuovo DD poi tornano frotte di lettori e "la crisi" non esiste più?
Saluti ( e scusate la prolissità)

Scusa, Andrea, noi non ci conosciamo, malgrado si lavori per la medesima casa editrice (spero che rimedieremo, un giorno!), però mi permetto di di riportare qui un apio di considerazioni, essendo io uno di quelli che sostiene che le cose tanto bene non vanno...

Il fatto è che quando la più grossa e solida casa editrice di fumetti chiude cinque testate di fila, quando (quasi?) tutte le iniziative editoriali al di fuori del quintetto Bonelli-Disney-Astorina-S. Paolo-Rainbow si reggono grazie al fatto che gli autori sono pagati dal decente (vedi la Star) al tozzo di pane (non hai idea dei comoensi che ho sentito per serie Bonellidi, là fuori: si arriva fino ai 20 euro a tavola), quando le altre case editrici (quella che non vanno nelle edicole) offrono come compensi "percentuali sulle vendite" e stappano lo champagne se si vendono 1000 copie... Ma, soprattutto, quando c'è una migrazione di autori che vanno a lavorare all'estero, creando ricchezza per queipaesi e non per l'Italia... Beh, la situazione tanto bella non mi sembra. E specifico che anch'io credo che il prodotto "forte" gioverebbe al mercato, ma non il traino "alla Dylan Dog", perché da solo non basta, può creare un boom momentaneo destinato a sgonfiarsi senza un atteggiamento professionale e consapevole da parte delle altre case editrici (com'è accaduto, appunto, negli anni Novanta, quando il proliferare di epigoni di infima qualità ha rotto il giocattolo). Le ragioni alla base della crisi (che è anche crisi generale del paese, non solo dei fumetti, questo sia chiaro) sono poi più complesse e ramificate, ma mi limito a una piccola rettifica di due casi da te citati:

Il fenomeno Witch è stato un fenomeno che si è già parecchio sgonfiato (ma qui più per malagestione che per reale stanchezza del pubblico, tant'è che le Winx, in questo momento, le hanno soppiantate). Purtroppo la Disney non brilla per la sua gestione, e la cosa più preoccupante (per loro!) è che che in America sembrerebbero essersene accorti... Ma queste sono voci di corridoio, vedremo che cosa accadrà nei prossimi due anni.

Ratman, pur rimanendo una creazione geniale, è un fenomeno invece circoscritto, nel senso che il fumetto non ha mai raggiunto cifre che lo imponessero all'attenzione dei media. Attenzione, non fraintendiamo: è vero, è stata realizzata una serie a cartonimati che la RAI, molto approssimativamente, sta mettendo in onda (e che mi auguro aiuti a cambiare la situazione), ma -per intenderci- Ratman non è mai stato preso come testimonial per pubblicità o campagne di interesse pubblico, non ne hanno mai parlato riviste e giornali... Ovvero, sfugge all'attenzione della gente, di chi non è appassionato di fumetti. Anche chi non ha mai letto i loro albi sa chi siano Tex, Dylan Dog, Diabolik... Ma per conoscere Ratman bisogna essere appassionati di fumetti. Io lo spero, che il cartone animato abbia ancora una forza di traino e di penetrazione come una volta, certo se lo programmassero con maggiore regolarità o in orari più mirati...

Quanto ho scritto non è per contestare la tua opinione, ma solo per riportare alcuni fatti e ribadire un concetto che a volte, la falsa percezione della realtà creata da Internet, fa passare un po' inosservato: possiamo discutere della sua entità, ma una crisi esiste, la situazione non è buona (anche se, a mio giudizio, è però già migliorata rispetto a due o tre anni fa). E ciò non va sottolineato solo per poterci disperare tutti, ma perché se non ci convinciamo che occorre rimboccarsi le maniche, nessuno lo farà e andremo avanti così (non concludo la frase morettianamente, ma potete farlo voi!). Almeno, questo è il mio punto di vista, basato anche su esperienze personali.
A proposito di essere prolissi, poi... Lasciamo perdere!

Ciao,

Federico

QUOTO in PIENO il MAESTRO MEMOLA... Sei un grande non solo per Jonathan che adoro alla follia sia dai tempi Bonelli che per la tua visione delle cose... :wub: :king:
 
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capitan ambù
view post Posted on 24/6/2007, 12:23




Su Rat-man io sapevo che le sue vendite superavano quelle dell'uomo ragno, e poi è un prodotto che è cresciuto per passaparola, questo dimostra che una buona idea funziona comunque.
Rat-man non attraversa una crisi anzi la produzione di una serie animata dimostra che è in crescita secondo me.
 
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193 replies since 4/5/2007, 19:27   2287 views
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